Gestione dei dati e connessioni pensate per migliorare nostra la vita. La nuova fase di Internet è anche questo.

“Internet of things” o “Internet delle cose”. Chi la conosce?

Partiamo dall’inizio, quando più di 30 anni fa avvenivano le prime connessioni Internet, fatte di lunghe attese per l’apertura di una pagina e con limitate possibilità di azione.
Col tempo presero piede le chat e il commercio online: questa fase è stata definita Internet 1.0.
Visto il grande successo riscosso dal web, ci si rese conto di quanto fosse fondamentale comunicare con gli utenti, agire e anche vendere online. Con l’obiettivo di fidelizzare il cliente nacque la fase 2.0 di Internet.
Successivamente ci fu la necessità di utilizzare il web col fine di rendere il mondo un posto migliore (Internet 3.0), fino ad arrivare ai giorni nostri, l’epoca di “Internet delle cose” o “Internet 4.0“, meglio conosciuta come Internet of Things o IoT.

Questa definizione di Internet nasce dall’intento di voler connettere più oggetti possibili e farli comunicare tra di loro e con l’obiettivo di integrare in un’unica comunità il mondo in cui viviamo.

Tutto ciò che ci circonda nel quotidiano potrà essere monitorato dagli utenti.
Anche Facebook la vede così e, per il colosso dei social, l’obiettivo nei prossimi anni sarà quello di connettere il mondo tramite un’unica rete Internet e coprire più aree possibili.

Come avviene il processo dell’IoT?

Quando è possibile effettuare lo scambio dei dati tra apparecchiature che possiedono un indirizzo IP.

In questo modo ci sarà la possibilità di connettere qualsiasi oggetto e gestirlo in rete.

Non sono chiari però i motivi per i quali l’evoluzione di internet alla fase 4.0 sia stata poco pubblicizzata.
Basti pensare che su 2000 intervistati, l’87% delle persone non ha ancora sentito parlare di IoT (Fonte Acquity Group).

Quali sono i veri obiettivi dell'”Internet delle cose”?

Sebbene superficialmente l’IoT ha come fine dichiarato la semplificazione della quotidianità tramite le tecnologie, gli obiettivi reali sono altri:
1 • Raccolta dei dati degli utenti
Ad esempio connettendo un orologio fitness al telefono, verranno visualizzati i dati relativi all’attività fisica e si potranno condividere sui social;
2 • Estrazione di contenuti
Cioè il risultato delle azioni compiute tramite l’orologio fitness, ad esempio;
3 • Trasmissione dei dati
Quest’ultimo punto è quello più importante nel processo dell’Internet of Things.
Essendo un tema sensibile molto combattuto sul web, IoT connette “oggetti” alla rete e molte volte questi oggetti sono persone. 

Trasmettere i dati sensibili degli utenti non è facile. Eppure i dispositivi rendono quest’azione talmente tale che si rischia di violare le leggi sulla privacy e sulla trasparenza.

Purtroppo bisogna giungere a compromessi.
Sebbene gli individui siano coscienti di fare una scelta quando accettano i termini e le condizioni di un determinato sito o di una app, rimane ancora troppo difficile gestire con legittimità i dati.

Internet of Things in Italia

I dati relativi all’influenza dell’“Internet delle cose” in Italia sembrerebbero positivi e proficui.
Si stima un aumento veloce e progressivo dell’impiego di tecnologie anche del nostro paese.
Un segnale positivo arriva dall’università di Udine che ha inaugurato il corso di laurea in Internet of Things e big data. Il corso nasce con l’intento di plasmare professionisti che siano in grado di progettare e gestire reti e dispositivi utili allo sviluppo dell’IoT.
Un passo avanti anche per l’istruzione e il mondo del lavoro italiani dunque.

Non possiamo che esserne entusiasti!

DI VITO ADV · creative design agency

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